Paralimpiadi. Bebe Vio, a Londra a furor di popolo. Niente gare, ma il futuro è suo
Paralimpiadi Londra 2012. Bebe Vio 15enne trevigiana, asso della scherma
Beatrice ama la scherma fin da piccolissima: a cinque anni e mezzo se ne appassiona, a casa mamma Teresa e papà Ruggero la assecondano. “Ero brava ma buffa da morire – ricorda oggi –. La maschera mi stava enorme e mi ballava in testa, ma mi piaceva troppo…”. Quando frequenta la prima media, a undici anni, Beatrice si ammala: sembra un’influenza, si rivela una meningite fulminante. Passa 104 giorni in ospedale (“poco più delle leggendarie 100 giornate di Napoleone
all’Isola d’Elba”), e per salvarle la vita le devono amputare gli arti inferiori e quelli superiori. È una prova durissima per lei, per la sua famiglia, per tutti i suoi amici: “Ho sofferto tanto, è stata molto dura – dice Bebe –, ma per fortuna sono riusciti a salvarmi i gomiti e le ginocchia, così oggi con le protesi riesco a fare un sacco di cose”. Anche se in pochi ci avrebbero scommesso sopra, fra questo “sacco di cose” c’è anche la scherma: “Ho ricominciato presto a tirare in carrozzina; all’inizio non ero molto convinta, pensavo fosse un po’ ‘da disabili’, e invece è ancora meglio che in piedi: mi diverto anche di più, perché con la sedia a ruote ancorata al terreno non posso indietreggiare sulla pedana, ma solo attaccare. E a me piace molto attaccare”. Per alcuni è un “carro armato biondo”, per altri un vero e proprio turbine: non sta mai ferma e tra la fisioterapia, gli scout, la scuola, il disegno, le mille attività e hobby che la vedono impegnata da sola o con le amiche, si fa fatica a starle dietro. La sua costanza e la sua ostinazione si rivelano fondamentali nel consentire ai tecnici di migliorare e di affinare sempre più tutte le protesi che utilizza. Anche quelle che usa per tirare di scherma in piedi: “Con quelle gambe – confida – sembro una gallina impazzita, mi sento quasi Forrest Gump”. Così facendo, rafforza i muscoli: in futuro Beatrice punta a salire in pedana non solo per gareggiare in carrozzina, ma anche in piedi. Perché lei, come va ripetendo, è “una ragazza fortunata”. “Mi sono accorta di avere tanti amici e ogni giorno realizzo quanto è bello lo sport e quanto è bella la vita”.
Il profilo di Bebe Vio è pubblicato anche nel numero doppio agosto-settembre di Superabile Magazine, interamente dedicato alle Paralimpiadi.