29 dicembre 2016 ore: 09:19
Economia

Povertà, Reddito d'inclusione e Piano nazionale "per non far pagare i più deboli"

Non scaricare sulla parte più debole della società italiana le conseguenze negative dell’instabilità politica: appello dell'Alleanza contro la povertà. Da "gennaio l’Italia sarà l’unico paese europeo nel quale lo Stato non fornisce un aiuto alle persone in povertà assoluta"
Euro in primo piano, reddito minimo, povertà

ROMa - Non scaricare sulla parte più debole della società italiana le conseguenze negative dell’instabilità politica. Lo chiede L’Alleanza contro la povertà, che raggruppa 37 organizzazioni tra realtà associative, rappresentanze dei comuni e delle regioni, e sindacati, lanciando un appello alle istituzioni e alle forze politiche: giungere in tempi rapidi ad approvare la legge delega di introduzione del Reddito d’Inclusione e predisporre il Piano nazionale contro la povertà con un investimento tale da rendere i servizi territoriali realmente inclusivi.

“Dall’inizio della crisi, le persone in povertà assoluta in Italia sono aumentate del 155%: nel 2007 erano 1 milione ed 800 mila mentre oggi sono 4 milioni e 600 mila. Povertà assoluta è il termine tecnico che indica la miseria: la vive – infatti - chi non riesce a raggiungere lo standard di vita definito dall’Istat “minimamente accettabile”, con riferimento ad alimentazione, abitazione, vestiario, trasporti ed altre esigenze primarie. – spiega l’Alleanza - Da gennaio l’Italia sarà l’unico paese europeo nel quale lo Stato non fornisce un aiuto alle persone in povertà assoluta. La Grecia infatti, che condivideva questo primato negativo con il nostro Paese, ha deciso di introdurre nel 2017 un sostegno pubblico a chiunque si trovi in tale condizione”. 

Per L'Alleanza nell’ultimo anno sono stati realizzati significativi passi in avanti per colmare questa carenza "Vi hanno lavorato insieme il Governo e le principali forze parlamentari, di maggioranza e di opposizione. L’Alleanza contro la povertà ha contribuito attraverso un’attività costante di sensibilizzazione, pressione e proposta. È stata così avviata una misura transitoria, destinata a 3 poveri su 10. È, soprattutto, cominciato il percorso par per lamentare della legge delega per l’introduzione del Reddito d’Inclusione, giunto a buon punto. Il Rei dovrebbe rivolgersi a tutti i poveri, fornendo loro un contributo monetario, per affrontare le difficoltà economiche di oggi, insieme agli strumenti per costruirsi un domani migliore (formazione professionale, nidi per i figli, sostegno psicologico e così via, in base alle diverse esigenze di ognuno)".

"L’incertezza politica, però, rischia ora di vanificare i passi in avanti compiuti, proprio quando bisognerebbe portare a compimento il lavoro svolto, introducendo finalmente nel nostro paese un sostegno rivolto all’insieme della popolazione povera. - conclude - L’unico modo per evitarlo è che il Parlamento approvi – in tempi brevi - la legge delega e che sia predisposto il Piano nazionale contro la povertà, nel quale specificare tutti i passaggi attuativi da compiere per l’introduzione del Rei".

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